La parola «concordismo» indica, nel gergo ecclesiastico, la tendenza esegetica a dare un senso scientifico alla Sacra Scrittura. L’idea originale di questa scuola (sviluppatasi soprattutto nel XIX secolo) era quella che la Bibbia fosse assolutamente infallibile (inerranza, teoria propria di certo protestantesimo) e, di conseguenza, che le sue considerazioni sul mondo, di qualunque genere, descrivessero una realtà scoperta o da scoprire con il progresso scientifico.
I limiti di questo concordismo sono evidenti: come già abbiamo detto la Scrittura vive in un tempo e in uno spazio, ed il fatto che Cristo si sia incarnato all’epoca di Augusto Imperatore ci obbliga a servirci delle fonti di quel tempo, ma non di certo come se esse fossero magicamente scevre da qualunque difetto, anzi, proprio nella coscienza che siano documenti antichi bisognosi di contestualizzazione. Ciò significa che la Scrittura ci parla del mondo come era concepibile agli uomini che la scrissero, ed anche se la loro sapienza – guidata dallo Spirito di Dio – è eterna, le loro sono comunque parole umane, limitate e fallaci di fronte al mistero di Dio. L’idea quindi di ricavarne informazioni compatibili con la nostra visione del mondo è azzardata e, nei fatti, antiscientifica.
Altro è il concordismo teologico, cioè leggere il problema dell’esistenza, della creazione e della stessa natura di Dio in un’ottica scientifica. Questa dimensione è quella accettata dalla nostra Chiesa, e si spiega con un’osservazione banale: la Rivelazione ci dice chi sia Dio, ma cosa sia Dio lo possiamo conoscere da soli in quanto uomini dotati – da Dio – di ragione. È la stessa natura umana che contiene il germe della verità, e quando l’uomo si interroga su sé stesso, si interroga su Dio.
Alcuni hanno paura che, così facendo, si getti a mare la tradizione. Noi rispondiamo che anche i Santi Padri, se avessero conosciuto la scienza moderna, l’avrebbero studiata e adoperata. L’intera opera teologica di San Tommaso d’Aquino si regge sull’Aristotelismo perché quella filosofia costituiva la scienza dei suoi tempi; oggi San Tommaso avrebbe studiato, probabilmente, fisica teorica.
Essere concordisti significa, dunque, essere tradizionali. Di più, significa confidare sulla parte migliore dell’uomo, quella che usa la ragione data dal Cielo. E, quindi, significa essere più degnamente cristiani: devoti del Dio fattosi uomo.