Amo Agata. Qualunque cristiano deve conoscere la sua storia, ed ogni uomo o donna di buoni sentimenti, leggendo gli atti del suo martirio in Cristo avvenuto a Catania, sua patria, nell’anno 251, non può che sentirsi attratto da lei. Una giovane ricca, nobile, colta, che rifiuta ogni cosa del mondo per trovare la vera ricchezza in Dio. Una persona buona che resiste al vergognoso corteggiamento di un sozzo potente che può metterla a morte perché cristiana, e si lascia processare, nell’innocenza della Fede, dimostrando agli occhi della ragione la propria assoluta purezza. Una donna sfregiata nella propria femminilità, torturata con lo strappo del seno, da un uomo che vorrebbe toglierle la dignità del proprio genere. Una religiosa che, votatasi a Cristo vero Dio e vero uomo, rifiuta il congiungimento carnale e muore per le ferite del rogo cui è condannata lodando Dio per averla preservata dal peccato.
Non siamo tutti destinati a dimostrare la nostra Fede attraverso il martirio cruento, ma Sant’Agata ci indica con forza e vigore come si deve essere discepoli di Nostro Signore Gesù Cristo davanti ad ogni avversità della vita. Se Maria Vergine è il modello della vita cristiana nei dolori e nelle gioie quotidiane, Sant’Agata, tra tutti i martiri, è il modello del combattente cristiano che non ha nessuna paura davanti a niente, perché sa che, anche se dovesse cedere, la Misericordia di Dio lo salverà.
Sant’Agata, soprattutto, è la prova che tutti, in ogni condizione di vita, possiamo dare un esempio di eroismo estremo. Per lei questa prova è arrivata usque ad mortem; per noi può essere la forza di resistere davanti a un lutto, a una malattia, a un periodo di disoccupazione o ad una bolletta che non si sa come pagare.
Dopo la caduta di Adamo siamo tutti chiamati ad essere martiri nella vita mortale, che è per ciascuno di noi una condanna, giacché possiamo essere veramente felici solo nell’altra. Sant’Agata ci insegna da 1774 anni che anche in questa vita, attraverso la forza dei sacramenti, possiamo essere coperti dallo spirito di Dio: egli non è un concetto astratto, una meccanismo sterile e distante da noi, è qui e ora, in un modo che non percepiamo distintamente con l’occhio della ragione, e nondimeno intuiamo.
Veglia su di noi, rosa del Cielo, imitatrice di Cristo, eroina del martirio, luce dei dubbiosi, prega per noi.
O eroina del Ciel, Agata bella, deh splendi al mio morir, propizia stella!